MILANO. La Casa delle Associazioni del Municipio 5 di Milano, in via Saponaro 18, ospita dal 9 febbraio (inaugurazione alle 15.30) al 9 marzo, la mostra “Sex is Working! Liberi corpi, libere scelte”. Il titolo dell’esposizione, ideata e curata da Nicola Bertoglio, vuole essere un’esortazione a regolamentare in maniera dettagliata, a livello legislativo, la complessa situazione di coloro che, consapevolmente, in piena libertà e senza coercizioni, lavorano nel mondo del sesso a pagamento. Tutto ciò nell’ottica di affermarne i diritti, oltre che i doveri, e preservarli da possibili abusi e forme di violenza. Su queste premesse concettuali si svolge un’esposizione che riunisce opere di artisti italiani e stranieri con dipinti, fotografie, video e installazioni capaci di tradurre in immagini, forme e colori che hanno come comune denominatore l’erotismo, peraltro già ampiamente affrontato, seppure in maniera diversa, nella storia delle Beaux-Arts, anche da grandi maestri.

Si pensi, a titolo esemplificativo, alle Veneri di Tiziano e di Giorgione, alle Demoiselles d’Avignon di Picasso, che rappresenta un gruppo di prostitute in una casa di tolleranza che sorgeva a Parigi nel Carrer d’Avinyó, senza dimenticare L’Origine du Monde di Gustave Courbet che propone un primo piano dell’organo sessuale femminile.

Se questi e altri autori si sono soffermati sull’erotismo come passione, “Sex is Working” è, invece, una mostra capace di far riflettere sulla condizione dei sex worker, peraltro andando ben oltre una mera ottica provocatoria e banalizzante.

In esposizione i lavori di Alessandro Ciarafoni, Alex Sala, Antonia Monopoli, DavidsPic, Elena Baharar, Fabio Puelli, Giulio Malfer, Luca Granato, Massimo Moavero, Nicola Bertoglio e Werther Germondari.

Stoffe ed elementi vitrei costituiscono il substrato entro cui si muove la ricerca espressiva di Alessandro Ciarafoni; quasi zoomando su alcuni particolari del corpo propone un erotismo senza compromessi, assolutamente efficace, grazie anche a un’efficace capacità interpretativa che s’impone per precisa connotazioni visuali che si formano davanti allo sguardo dell’osservatore.

Fondatore del collettivo “Liberotransito”, Alex Sala propone, in questa occasione, “Italian paradox”, un video che affronta l’argomento della rassegna in maniera diretta, immergendo il fruitore in una catena ininterrotta di frame che riescono a smuovere la coscienza, in un’azione performante altamente immersiva.

Antonia Monopoli presenta una serie di scatti che sembrano stati realizzati “in presa” diretta. L’erotismo che vi si coglie ha quindi quell’acutezza che appartiene soltanto ha chi conosce profondamente il mondo del “sex wok” ne sa pertanto cogliere gli elementi costitutivi senza finzioni o pregiudizi. Il PAC (Padiglione Arte Contemporanea) ci ha prestato gli scatti di Monopoli relativi alla sua attività di assistenza su strada delle sex workers transgender di Milano realizzate per la mostra “RI-Scatti. Chiamami col mio nome”.

Il collettivo svizzero DavidsPic scandaglia, con convincente e apprezzabile vena narrativa, la straordinaria “bellezza sensuale del corpo umano”; ecco allora che i doversi angoli visuali di questa tematica confluiscono in immagini tanto esplicite quanto evocativa, pervenendo a una perfetta sintesi fra espressività e artisticità.

Artista e designer originaria di Teheran attualmente residente a Milano, Elena Baharar si esprime attraverso un linguaggio plastico dalla profonda caratura simbolica: il cerchio, in particolare, risulta centrale in quanto presentato in questa occasione, che riesce a condurre il fruitore in una dimensione immaginifica.

Soncinese, Fabio Puelli si è formato come scultore negli studi di Flavio Roma e Vittorio Pelati, per poi dedicarsi alla pittura a olio. Nei suoi dipinti si coglie, talvolta, un velo malinconico, come in “Vecchia prostituta”, altre volte uno spirito di profonda empatia con quanto ritratto, che afferisce anche a situazioni in cui l’eros diventa ora scoperta (“Penombra”) ora legittimo diniego (“No è no”).

L’iter creativo di Giulio Malfer prende avvio dalla condivisione della grande opera di Diane Arbus, per scandagliare le iconografie religiose, la spazialità, il diverso. Ecco allora che il raffinato erotismo che contraddistingue i suoi lavori, custoditi sotto uno strato di plexiglass, guarda a una “libera” espressività del corpo e della mente.

Originario di Cosenza, visual artist e ricercatore, Luca Granato propone un’efficace installazione dai forti rimandi simbolici; in essa sembra di cogliere uno scavo, tutto interiore, che guarda alle infinite possibilità del corpo come essenza, in una scansione “materica” della forma in cui si portano alla ribalta sensazioni tattili.

L’anima di artista e l’istinto di designer confluiscono nei dipinti di Massimo Moavero: i suoi quadri palesano notazioni fortemente sensuali e seduttive che hanno nello studio del corpo il punto focale, la “meta” da raggiungere, ma anche, nel contempo, il “punto” da cui partire per una ricerca senza limiti formali.

Creativo, fotografo e attivista per i diritti civili italiano, Nicola Bertoglio è fra i più interessanti esponenti dell’iphoneografia. In mostra propone una ventina di cartoline con alcune storie di Instagram della serie “Sex Work” create con frasi desunte da articoli di giornale sul tema del “sex work”, ma estrapolate dal loro contesto originale senza indicazioni di autore, titolo e data. Ne deriva un lavoro di assoluta profondità dove testo e immagine si coagulano perfettamente.

Artista poliedrico, Werther Germondari propone una serie di lavori dalla notevole carica erotica, scanditi da una narrazione precisa: video e foto confermano la ricerca del riminese che riesce a condurre l’osservatore all’interno di quanto rappresenta con estrema naturalezza e sincera espressività.

Alla realizzazione dell’evento collaborano l’Associazione Radicale Enzo Tortora, Radicali Milano e  Certi Diritti.

«La rassegna – spiega Bertoglio – s’inserisce nel solco del mio percorso “artivistico”, nel quale l’arte sposa l’artivismo politico. Da un po’ di anni infatti mi dedico a creare situazioni artistiche sia mie personali che assieme ad altri dove la ricerca artistica si metta al servizio di cause politiche e sociali».

Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 18.00; sabato e domenica su appuntamento.

SIMONE FAPPANNI