Le lentiggini le avevo solo io. Pensavo di essere l’unico al mondo ad averle. Ero solo un bambino che veniva schivato da altri bambini che avevano paura di essere contagiati.

Antonia inizia la strada della sua vita in salita, tra la solitudine e l’incomprensione di Bisceglie, suo paese natale della Puglia. La giovane età le regala il desiderio di sfidare il nonnismo del servizio militare, che per cosiddetta immaturità di identità sessuale non le è però permesso completare. Lo stesso coraggio la conduce alla ricerca di una nuova vita a Milano, città che rappresenta la speranza di riscatto ma che al tempo stesso la costringe a scegliere la prostituzione per sopravvivere. Nei primi anni a Milano Antonia fa esperienza di amori complicati, di minacce e furti, della terapia ormonale fai da te e di un rapporto a distanza intermittente con la famiglia, priva degli strumenti per capire. Ma Milano è anche teatro della sua rinascita: l’emancipazione tanto desiderata rafforza il suo amore smisurato per la vita, alla quale dimostra ancora oggi riconoscenza dedicandosi al prossimo con comprensione e attivismo.

Tutto quello che era mancato a me, volevo che l’avessero gli altri.

Tra le tante attività, Antonia è dal 2009 responsabile dello Sportello Trans di ALA Milano Onlus e collaboratrice di progetti dedicati alle sezioni transgender in carcere, tra cui Donne Oltre Le Mura presso la casa circondariale Bassone di Como.

Ad Antonia ho domandato che consiglio darebbe, con l’esperienza di oggi, al giovane Antonio.

Non perderti d’animo, non cadere nello sconforto e vai avanti per la tua vita quotidiana. Ti aspetta un futuro che non immagineresti mai, fatto di persone che, nonostante la tua diversità, ti ameranno per la persona che sei.”

Sei forte, Antonia.
Andrea Serafini gestisce il profilo Instagram di GenderAzione | LGBTQIA+