Le attiviste Bia Barra e Antonia Monopoli ci hanno portato a scoprire una più profonda comprensione del concetto di inclusione. Questa intervista, partendo dalla comprensione del significato della parola inclusione, ci aiuta a riflettere su tutte quelle situazioni della vita quotidiana che portano le persone a sentirsi facilmente incluse o escluse.

Cosa significa includere?

Cerchiamo di comprendere meglio il concetto di inclusione attraverso le definizioni che ci hanno fornito le due intervistate. Antonia ci spiega che essere inclusi significa far parte di qualcosa a livello fisico e metaforico. Sei incluso quando sei fisicamente parte di un luogo o di uno spazio. Ma essere inclusi significa soprattutto far parte di un gruppo o sentirsi ben integrati nella società.

Bia ci fornisce una metafora molto esplicativa: se l’inclusione fosse un oggetto, sarebbe senza dubbio un dipinto. Un dipinto di ottima fattura in cui ogni elemento è perfettamente in sintonia con tutti gli altri. Ogni elemento è lì, proprio dove dovrebbe essere, perfettamente parte del tutto.

Integrazione: in quale contesto?

Le nostre due intervistate ci forniscono esempi molto pragmatici di ciò che significa per loro inclusione. Possiamo trovare inclusione in ogni piccolo aspetto della vita, a partire dalla tenera età. Bia Barra ci chiede di immaginare una classe di bambini, il modo in cui sviluppano le relazioni interpersonali, come giocano tra loro e come si conoscono senza alcun tipo di pregiudizio. Poi crescendo ci troviamo in contesti lavorativi in ​​cui, sottolinea Antonia, diventa più difficile integrarsi. Tuttavia, questo è precisamente il luogo in cui una persona può crescere e raggiungere la piena realizzazione personale. Quindi è proprio qui che l’inclusione diventa un requisito fondamentale per raggiungere una vita soddisfacente.

Esempi di non inclusione

Continuando a esaminare l’ambiente scolastico e lavorativo, possiamo purtroppo trovare situazioni di esclusione molto facilmente. Quando si pensa alla scuola, ci fa notare Bia, è estremamente comune pensare a una situazione di discriminazione ed esclusione fatta dai bulli della scuola, pronti a denunciare e prendere in giro un compagno di classe.

E al lavoro?

Antonia ci fa riflettere sul fatto che molto spesso le persone transgender possono subire discriminazioni dal momento del colloquio conoscitivo, quando la presentazione di documenti non conformi all’aspetto estetico crea disagio e diffidenza. Se ci soffermiamo su due contesti di vita quotidiana sopra analizzati, quello scolastico e quello lavorativo, potremmo chiederci: la chiave dell’inclusione è forse per guardare il mondo con gli occhi di un bambino?

L’articolo è stato tradotto in italiano e preso dalla pagina facebook di The People Ahead & Behind