Insultata e aggredita a male parole dal «consulente» di un call center solo per aver detto che è una donna transgender. È successo ad Antonia Monopoli, attivista trans di Milano, da anni impegnata nel movimento lgbt. «Volevo ricominciare a studiare e prendere il diploma» racconta Antonia. Antonia fa parte di quella generazione di donne trans che ha dovuto affrontare enormi pregiudizi quando ha iniziato la transizione: finire la scuola, da adolescente, non le è stato possibile (qui la sua storia raccontata da Barbara Mapelli sulla 27esima Ora). Adesso però vuole recuperarla e quindi ha risposto all’annuncio online di una scuola privata.

«Dopo un primo contatto la segreteria della scuola mi ha detto che mi avrebbe fatta richiamare da un consulente che poteva darmi tutte le informazioni di cui avevo bisogno. E infatti dopo qualche tempo ho ricevuto una chiamata da un numero di telefono fisso e un uomo dalla cadenza straniera mi ha chiesto di parlare con la signora Antonia Monopoli» racconta. «Ho risposto che ero io. E lui mi ha detto: “È impossibile, sicuramente lei è il marito, mi faccia parlare con sua moglie”. Sono io Antonia Monopoli, ho ribadito, sono un ex uomo e donna transgender». Una risposta a cui il consulente ha avuto subito una risposta aggressiva. «Mi ha detto: “vai a fare in c…”. E ha chiuso la comunicazione. Poi mi ha richiamata e mi ha chiesto: “La conosci la storia di Hitler? La gente come te deve andare nei forni crematori”. A quel punto sono stata io a chiudere la comunicazione».

Non è bastato: il giorno dopo, lunedì verso mezzanotte, Antonia ha ricevuto ancora delle telefonate da un numero che non conosceva, diverso da quello del giorno precedente. Quando ha risposto all’ennesimo ha sentito la stessa voce del giorno prima che le chiedeva «Dove sei p…?». Il suo timore adesso è che agli insulti transfobici si aggiunga lo stalking. Anche per questo ha deciso di fare denuncia ai carabinieri contro ignoti. Antonia non ricorda il nome della scuola: a una verifica, al primo numero che la ha chiamata (0280889113) risponde una segreteria automatica, come succede per i numeri dei call center che funzionano solo in uscita. Al secondo numero risponde una delle sedi milanesi di Grandi Scuole: alla richiesta di informazioni su quanto avvenuto l’addetta ha risposto di «non sapere niente di questa storia».

Fonte: Corriere della Sera/Cronache