Ho deciso di aderire spontaneamente alla campagna social, facebook e instagram, denominata Guardami, in occasione del disegno di legge Zan contro l’omobitransfobia e la misoginia depositata in camera dei deputati ma non ancora approvata e posticipata la discussione per la terza volta a settembre. Si necessita di una legge che tuteli le persone tlgb in modo che episodi come l’episodio in copia in basso che mi è capitato non accada nuovamente.
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“Ad un annuncio pubblicitario su Facebook ho inserito i miei dati personali per avere maggiori informazioni riguardo un corso di studi.
Mi hanno chiamata per chiedermi se desideravo riprendere gli anni di studio persi o tutto il corso di studi dall’inizio e avvisarmi che mi avrebbe telefonato un loro consulente.
La telefonata è arrivata, ma non è andata come mi aspettavo.
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Guardami!
Sono io la studentessa che stavi cercando, nonostante la tua riluttanza nel credere che fossi realmente la signora Monopoli, data la mia voce androgina.
Guardami!
Sono io che, in risposta alla tua insistenza nell’invadere la mia privacy, ti ho spiegato che sono una donna transgender e che il motivo della mia voce profonda è che sono nata in un corpo maschile.
Guardami!
Sono io la persona a cui hai chiesto se ero a conoscenza della storia di Hitler, perché secondo il tuo parere la gente come me deve solo finire nei forni crematori.
Guardami!
Sono io quella persona che a mezzanotte della sera stessa hai chiamato, solo per il gusto di spaventarmi, chiedendomi con voce carica d’odio “dove sei p*****a?!”

#guardami sono Antonia Monopoli e sono una donna trans vittima di stalking causa transfobia
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#StopHate #StopTransfobia”
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Il movimento e la comunità T hanno bisogno di raccontarsi. Attraverso le proprie immagini e le proprie parole. «Dai moti di Stonewall a oggi ci hanno sempre messi da parte, hanno sempre scelto di parlare per noi, quando siamo stati noi a costruire la loro strada» possiamo leggere sulla pagina Facebook della campagna Guardami, nata proprio per questa esigenza di narrazione. Uno spazio in cui la comunità T ha la possibilità di scegliere termini e rappresentazioni, in nome della piena autodeterminazione.

COME PARTECIPARE A GUARDAMI
«Se volete partecipare potete mandare una vostra foto e un vostro pensiero (una storia, una richiesta, un bisogno…) che pubblicheremo con la fotografia» possiamo leggere ancora. Un’iniziativa che ha un grande significato politico: «La speranza è che ne nasca un documento collettivo e , perché no, un manifesto di movimento». Per partecipare, dunque, si possono mandare le proprie foto su sfondo bianco – in primo piano o a mezzobusto – con il cartello #guardami.

I CONTATTI DI GUARDAMI
«Guardami» rivendica la pagina che lancia il progetto «è l’idea base di una campagna che vuole spingere l’osservatore a farsi davvero padrone e artefice del proprio sguardo. È una campagna di visibilità e rispetto verso la comunità Trans*, non binaria, non conforming e intersex». La campagna è presente sui social, sia attraverso Facebook sia su Instagram. Si può, ancora, comunicare attraverso la mail campagna.guardami@gmail.com.