“Antonia” è un documentario molto particolare, a partire da quell’inquadratura nell’ascensore dove la protagonista e il regista risultano entrambi visibili allo specchio, e dove è svelata anche la presenza della macchina da presa, che è un esempio estremo di stereoscopia, quel fenomeno tipico delle immagini, che di natura sono bidimensionali, approfittando del quale, tramite l‘uso delle ombre, in fotografia è possibile dare a chi guarda l’illusione della tridimensionalità, della profondità.

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