
grafica di Gerardo Maiello
Quest’anno il Giorno della Memoria giunge in un clima di diffidenza e apatia. Questi ultimi sono gli elementi che il fenomeno Covid19 ha sviscerato nel cuore di molta gente. La paura dell’altro come possibile causa di morte, il dolore per la dipartita delle persone amate delle quali non si ha la possibilità di vedere almeno un ultima volta. Sovente, quindi, ha trovato terreno fertile il concetto di negazionismo che ovviamente è sorto già molto prima del virus e molto probabilmente dall’inizio della storia dell’umanità. Perché abbiamo deciso di puntare la mente, nell’introduzione dell’articolo, su tale argomento?
In questo 27 gennaio 2021 non potevamo evitare il termine negazionismo in riferimento alla Shoah che, stranamente, si è fatto strada in maniera più preponderante parallelamente al negazionismo del Covid19; discutere su quest’ultimo, ovviamente, non è utile ai fini di quest’articolo. Abbiamo scorto, negli ultimi due anni, una crescente violenza e negazionismo – per l’appunto – riguardo il genocidio delle vittime della furia nazifascista e così il 2020 ci ha richiamato agli anni ’20 del secolo scorso. L’ esaltazione di un ideale che o nega l’esistenza di tale genocidio o ne professa l’esistenza ma mettendola in secondo piano rispetto a delle presunte mosse benefiche nei confronti della popolazione che i due principali carnefici avrebbero messo in atto.

grafica di Gerardo Maiello
In maniera disgustosamente subdola, queste persone si sono inoltrate nei salotti televisivi appellandosi alla libertà di pensiero, la stessa verso cui i loro padri fondatori provavano totale disprezzo. I neo nazifascisti di oggi sono molto più pavidi dei loro antenati perché non hanno mai il coraggio di rivelare il totale appoggio e un rifacimento alle pratiche abominevoli del passato che hanno avuto come nucleo la creazione dei campi di sterminio. Proprio per questo, ci siamo permessi quest’anno di lanciare una nuova espressione al ben conosciuto #nondimenticare. Abbiamo scelto di lanciare la frase #nonpuoinegare.
Non puoi negare che l’odio è un veleno, che la violenza annienta e che l’indifferenza uccide.
Ci piace ricordare la scritta a caratteri cubitali che appare nel museo del binario 21 a Milano voluta dalla senatrice Liliana Segre: indifferenza. Noi come categoria di persone che hanno indossato quei famosi triangoli essendo parte della comunità TLGB, ci impegniamo ogni giorno ad aprire le orecchie che non vogliono ascoltare per pigrizia o per convenienza; ad interrompere l’educazione all’indifferenza e a distruggere il demone dell’egocentrismo. Tutti noi dovremo farci trovare pronti quando la tempesta dell’odio sarà talmente estesa che già da ora dobbiamo coltivare l’urgenza di un impegno diretto, in prima persona, senza delegare. Desideriamo ricordare le vittime della ferocia nazifascista di quegli anni e tutte le vittime dell’attuale violenza che si rifà ancora a quegli ideali.